L’istituzione branco

Il corpo di lei
stretto rinsecchito atrofizzato
campo desertificato
come tanti saprofiti spuntano tralicci
che portano cavi
tubi
su cui stanno appollaiati come corvi
i sogni di dominio
di questo potere che adesso la guarda
fremente vapore fremente
dalle narici
bavetta che cola sul mento
mani sui pacchi
fuori
i gorilla montano la guardia
e allora fuori
gli uccelli allora
nerastri come cuccioli di corvi
bocche protese verso il verme
stretti rinsecchiti atrofizzati
flaccidi come meduse
questo potere a cazzo fuori sogghigna
si tratta di impartire una lezione
è loro questo corpo
li intriga il suo fiore di catacomba
flaccidi
di fronte a lei dormiente si sentono eterni
flaccidi
la sua parvenza di vita li fa sentire vivi
flaccidi
la sua immobilità li dinamizza
flaccidi
il suo non poter scegliere eccita il loro arbitrio
flaccidi
il suo non avere più niente li fa sentire proprietari
epperò
flaccidi

Calano i calzoni
parte la danza flap flap di mani su e giù
flap flap pugni stretti su e giù
uno in faccia all’altro su e giù
flap flap come un battere d’ali senza decollo
provando a risvegliare uccelli vecchi
dalle ali stanche
appese a corpi stanchi come sacchetti
di necrosi
appese a corpi che non vogliono morire
il Sondaggista li rassicura tutti
il novanta per cento dei membri si rizza
dopo i primi cinque minuti
gli altri dopo i primi dieci
non c’è da preoccuparsi
se sembriamo morti
ottanta italiani su cento
sembrano morti ma sono in gran forma
flaccidi
allegria d’artificio li anima
flaccidi
fuori i gorilla vegliano
dal letto il corpo non assiste
testimone
di niente
tutti quanti
appena appena barzotti
uova in camicia che sanno di vecchio
flaccidi

Il Primus afferma il primato
con un salto da primate
vorrebbe tuffarsi sul corpo
ma lo blocca un cigolìo alla schiena
si costringe a movenze caute
del resto c’ha quasi ottant’anni
sale sul letto pian piano
flaccido pian piano
in cerca del sesso
in cerca impaziente del sesso
in cerca angosciosa del sesso
in cerca attonita del
sesso mentre cerca di tenere
la mezza erezione
si perde nelle pieghe di un mistero
confuso
me l’avevano data
per bella figa
vedrà vedrà mi han detto
mi han preso per il culo mi sentiranno
quando torno a Palazzo mi sentiranno
nel culo
oh se mi sentiranno
ma adesso
deve fare buon viso a cattivo gioco adesso
reggere la parte del grande amatore adesso
si sdraia sul corpo e grugnisce
finge di dare un colpo due tre ansima
flaccido
si alza affettando trionfo
adesso tocca agli altri adesso
si guarda nelle mutande
chissà come
ha eiaculato un fiotto di
un fiotto di sangue e
un fiotto di sangue e pus
presagio di morte disagio dosaggio di morte
fa finta di niente nessuno si è accorto
si allaccia i calzoni
fuori i gorilla vegliano

Uno dopo l’altro
flaccidi sudati calzoni calati
simulano il coito
respinti dal mistero che sei
bella dormiente per sempre
sugli scogli del tuo mistero si spaccano le chiglie
di ogni nave da guerra
nelle sabbie del tuo mistero sprofondano i convogli
che portano armi
nel buco del tuo mistero vengono inghiottiti gli dèi
nel mistero del tuo mistero si perdono le certezze
del potere
dello Stato
sul tuo stato

E’ solo un pezzetto dello splendido scritto di Wu Ming 1. Lo trovate tutto intero QUI.

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Corpo di Stato

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/divisemoleste.jpg

da femminismo a sud

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Violenza contro le donne? Ma si, famose na risata!

C’era lì fuori una signora che dava un volantino a tutti quelli che passavano, e dopo un po’ che ero lì m’è venuta voglia di vedere che cosa c’era, su ’sto volantino, quindi mi son avvicinato, le ho chiesto di darne uno anche a me, perché, le ho detto, Voglio proprio vedere cosa c’è scritto. Mi ha sorriso, me l’ha dato, mi son messo a leggere e ho visto che era un volantino che pubblicizzava una manifestazione contro la violenza sulle donne che ci sarebbe stata il 25 novembre. Son tornato dalla signora, le ho detto Mi dispiace, purtroppo il 25 novembre non ci posso proprio essere. Però le giuro che smetto.

-> estratto dal post dello Scrittore

Your comment is awaiting moderation : [ Probabilmente lei non sa proprio cosa sia la violenza sulle donne. ]

l’ho letto e mi vien da dire COME SI PERMETTE EH, CERTE BATTUTE?! (rido anche per la rissa, mi chiedo come sia possibile la polemica)

-> intervento di Bloggo su Friendfeed

– Massì famose na risata! ah ah ah ah ah ah

da Sarataricani tumblr

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Non ci resta che fingere

Negli ultimi anni ho raccolto le confidenze sessuali di amiche, compagne e colleghe. Situazioni al limite del grottesco che, sommate alle mie devastanti esperienze, compongono un’antologia (parziale, in ogni senso) delle castronerie che il maschio medio dice durante il paso doble. Poteva la viperonzola vostra esimersi dal fare un post su un argomento così hot? Assolutamente no. Si sconsiglia la lettura a minorenni, cattolici, cardiopatici, razionalisti, accademici della crusca ed eiaculatori precoci:

IL PRECISINO: “Ho voglia di te, lo senti, vero?” (Uè, se non prendevi la mia gelida manina e te la piazzavi sulla bottega, non lo avrei mai capito: pensavo ti fossi portato appresso un pistolone western, per difendermi dai coyote; di ragazze sbranate dai coyote nei cessi delle discoteche sono pieni i giornali).

IL FISSATO DEL TIMING: “A che punto stai?” (Al casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere sto, minchione; e dopo questo tuo exploit, non arrivo alla meta neanche se intercede San Cristoforo, protettore dei camionisti).

L’ASSERTIVO: “Sì sì sì!” (Scontato come la morte, bleah).

IL FAN DI GIUSY FERRERO: “Oh oh oh” (A novembreee/ la città si accende in un istanteee/ il mio corpo non si veste più di voglieee/ e tu non sembri neanche più così forteee…).

L’INSICURO CRONICO: “Dimmi che nessuno, prima di me, ti ha fatto godere così tanto” (Non sei malaccio, lo ammetto, ma non mi pare ci voglia chissà quale talento per sorpassare i cavalli zoppi che ho avuto finora).

IL MISTICO: “Ohmioddiooo” (Sputtanatissimo, ammenocché non si opti per un’agiografia meno inflazionata, tipo San Trifone martire, Santa Ermegilda o la Madonna della Catena).

LO PSICOGNOCCOFILO: “Lei è la parte più intelligente di te, mi riconosce subito” (E tu sei uno psicopatico integrale, stronzo).

IL TURISTA: “Vado bene? Procedo in questa direzione o scendo un po’?” (Che cosa sei, un maschio o un tom tom scassato? Mi tatuo sulle chiappe la cartina delle zone erogene, se vuoi; oppure, meglio ancora, t’incido un bel disegnino sulla fronte col punteruolo, razza di demente).

L’INTELLETTUALOIDE: “Ti desidero molto, anche se il nostro è un rapporto fondamentalmente di testa” (Condivido, ma se tu evitassi di spingermela verso il basso, la testa, mentre millanti la nostra intesa intellettuale, sarei un tantino più contenta, grazie).

L’IGIENISTA: “Si vede che sei una ragazza pulita, tesoro” (Ma vaffanculo va’, coglionissimo, profumato come un pino silvestre e gagliardo come un salice piangente).

L’IMPOSITIVO: “Vieni, vieni, vieniii!” (Ahò, mica c’ho l’orgasmo a riconoscimento vocale!).

L’EDUCATO: “Posso entrare?” (Ma ceertoo, si accomodi pure, signor pirla, mi meraviglio che lei non abbia bussato prima; e faccia attenzione quando entra, ché si scivola).

IL CERAMISTA: “Bambolina, casomai ti fa male, lo tolgo subito” (Guarda che lei è fisiologicamente predisposta a questo, fa male solo se ci sono patologie femminili o ipertrofie maschili, e non mi sembra il tuo caso, anzi).

L’AULICO: “Gioiamia, sto per prenderti” (E’ arrivato Gabriele D’Annunzio, è arrivato…).

IL CARROZZIERE: “Che bel corpicino hai, sembra usato poco” (Ti sbagli, tesò, c’ho il contachilometri taroccato io, non immagini nemmeno quanti polpi ho fritto negli ultimi mesi, e tu sei il più moscio di tutti).

IL POETA PASTORALE: “Oh bianca pecorella” (Questa è inutile spiegarla).

IL POETA APULO: “Piccioncina mia” (In Puglia la fica si dice piccione, non aggiungo altro).

IL NIPOTE DI LEONE DI LERNIA: “Meeeh, lo so che ti piaaasceee quando ti chiamo zoccola!” (Vabbò, sempre meglio di pecorella o piccioncina…)

IL COMPARATIVO: “La mia ex è campionessa regionale di ginnastica artistica” (E io ho il nervo sciatico corto, ‘mbé?).

IL PRAGMATICO: “Non parlarmi durante, sennò mi si ammoscia” (Approccio di rara raffinatezza, per la serie il cazzo non vuole pensieri).

IL CENTRAVANTI: “Ti sfondo” (Seee, ma ‘ndo vai? Col catorcetto che ti ritrovi non arrivi nemmanco a metà strada, sentammè).

IL CENTRAVANTI BARESE: “Mo’ ti apro come una cozza” (La più appassionata dichiarazione d’amore che l’homo barensis possa fare alla sua donna, perché una cozza è per sempre).

IL SINEDDOCHICO: “Ma tu ti dai tutta in amore, proprio tutta?” (Qui il tutto rappresenta la parte, quella non istituzionale, la più impervia, interdetta, vagheggiata dal maschio: ciccio, l’infinitesima possibilità che io ti conceda il tutto, dopo ’sta domanda idiota, te la sei bruciata per sempre).

IL CINESTESICO: “Sei un lecca lecca al mio gusto preferito” (A saperlo, mi cospargevo di topicida prima di venire a letto con te, razza di deficiente).

IL CINGHIALONE: “Grunf grunf grunf” (Si eccitava così, il più pervertito dei miei ex; per fortuna, non mi ha mai chiesto di imitare il verso della femmina del tordo sassello).

IL BASTARDO PENTITO: “Nooo, che cavolo stiamo facendo? Non posso!” (Ti azzecchi come una lampreda, mi metti la lingua in bocca e poi, sul più bello, ti sovviene la crisi di coscienza? Se non volevi ferire quella stracornuta della ragazza tua, dovevi pensarci prima: mo’ tu te la pigli senza fiatare, e se fai cilecca ti sputtano alla grande).

L’INNAMORATO: “Vipera, mi ami?” (Mi è capitato un paio di volte, ricordo solo che avevo in corpo più luppolo che globuli rossi; in entrambi i casi non ho risposto).

da Il morso della vipera (grazie!!!!! :D)

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Schegge di Tg

Altre quattro donne italiane violentate da stranieri, e tre donne straniere violentate da italiani. Il premier commenta: “Siamo in svantaggio, ma stiamo recuperando. Il campionato è ancora lungo.”

da Carmilla Online

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Le emozioni forti

Ieri alla stazione di Nettuno, vicino Roma, un immigrato indiano è stato bruciato da tre ragazzi. Italianissimi.

[…]

i tre hanno confessato di averlo fatto per provare un’emozione forte

[…]

Propongo a tutti quelli e quelle in cerca di emozioni forti, che sia un divertimento o sia una passione o un flirt, e che se ne fregano se fanno male agli altri, di salire sul punto più alto di un palazzo molto, molto alto e buttarsi giù. L’ebbrezza sarebbe garantita, l’adrenalina scorrerebbe a fiumi, farebbero una cosa speciale e rimarrebbero bravi ragazzi e brave ragazze. Brutalità garantita e tutto.

via Orientalia4All

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La domenica delle salme

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"Non volevamo per forza un romeno o un nero, bastava un debole a caso" (la notizia)
La tavola è tratta da la mostra: "Come una specie di sorriso"

da Mauro Biani

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Le sorelle del web

Ps: prima o poi ci vuole un post per dire quanto sono belle le sorelle del web, blogger che dicono tanto, con un linguaggio che taglia, rompe, spezza milioni di catene di ipocrisia e moralismo. Fatemelo dire: quanto è noiosa una certa scrittura sempre uguale a se stessa. Che noia! Blogger/men (non tutti, che qui c’e’ bisogno di precisare le virgole): smettete di dirci quanto vi è piaciuto gingillarvi con il nuovo attrezzo da telefonia multimedia. Ma parlateci un po’ di voi, che diamine! 😀

da femminismo a sud

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Due riflessioni sul “caso Povia” e il “caso Gino Paoli” – marketing, mass media e repressione

Del "caso Povia" e della sua canzoncina sulla guarigione delle persone omosessuali che presentera’ al prossimo festival di San Remo e del "caso Gino Paoli" si e’ parlato molto nelle ultime settimane e oggi ho trovato qualche minuto di tempo per raccogliere i pensieri e dire la mia.

Ho trovato particolarmente interessanti questi due eventi mediatici per alcune ragioni sia di carattere pubblicitario che repressivo.

Se in entrambi i casi la regia appare evidentemente quella degli uffici stampa & marketing delle case discografiche e del festival di San Remo che hanno fiutato la possibilita’ di creare un po’ di visibilita’ mediatica a basso costo e ad alto impatto e l’hanno creata ad arte, le reazioni ai due casi sono state differenti e meriterebbero una analisi comune.

via Porno (continua)

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Patrie galere

All’appello degli ergastolani che dovrebbero marcire nelle nostre patrie galere manca anche Delfo Zorzi, ma il Giappone si è sempre rifiutato di estradarlo. Quale ritorsione potremmo inventarci contro il Giappone?

via Malvino

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