Non ci resta che fingere

Negli ultimi anni ho raccolto le confidenze sessuali di amiche, compagne e colleghe. Situazioni al limite del grottesco che, sommate alle mie devastanti esperienze, compongono un’antologia (parziale, in ogni senso) delle castronerie che il maschio medio dice durante il paso doble. Poteva la viperonzola vostra esimersi dal fare un post su un argomento così hot? Assolutamente no. Si sconsiglia la lettura a minorenni, cattolici, cardiopatici, razionalisti, accademici della crusca ed eiaculatori precoci:

IL PRECISINO: “Ho voglia di te, lo senti, vero?” (Uè, se non prendevi la mia gelida manina e te la piazzavi sulla bottega, non lo avrei mai capito: pensavo ti fossi portato appresso un pistolone western, per difendermi dai coyote; di ragazze sbranate dai coyote nei cessi delle discoteche sono pieni i giornali).

IL FISSATO DEL TIMING: “A che punto stai?” (Al casello autostradale di Santa Maria Capua Vetere sto, minchione; e dopo questo tuo exploit, non arrivo alla meta neanche se intercede San Cristoforo, protettore dei camionisti).

L’ASSERTIVO: “Sì sì sì!” (Scontato come la morte, bleah).

IL FAN DI GIUSY FERRERO: “Oh oh oh” (A novembreee/ la città si accende in un istanteee/ il mio corpo non si veste più di voglieee/ e tu non sembri neanche più così forteee…).

L’INSICURO CRONICO: “Dimmi che nessuno, prima di me, ti ha fatto godere così tanto” (Non sei malaccio, lo ammetto, ma non mi pare ci voglia chissà quale talento per sorpassare i cavalli zoppi che ho avuto finora).

IL MISTICO: “Ohmioddiooo” (Sputtanatissimo, ammenocché non si opti per un’agiografia meno inflazionata, tipo San Trifone martire, Santa Ermegilda o la Madonna della Catena).

LO PSICOGNOCCOFILO: “Lei è la parte più intelligente di te, mi riconosce subito” (E tu sei uno psicopatico integrale, stronzo).

IL TURISTA: “Vado bene? Procedo in questa direzione o scendo un po’?” (Che cosa sei, un maschio o un tom tom scassato? Mi tatuo sulle chiappe la cartina delle zone erogene, se vuoi; oppure, meglio ancora, t’incido un bel disegnino sulla fronte col punteruolo, razza di demente).

L’INTELLETTUALOIDE: “Ti desidero molto, anche se il nostro è un rapporto fondamentalmente di testa” (Condivido, ma se tu evitassi di spingermela verso il basso, la testa, mentre millanti la nostra intesa intellettuale, sarei un tantino più contenta, grazie).

L’IGIENISTA: “Si vede che sei una ragazza pulita, tesoro” (Ma vaffanculo va’, coglionissimo, profumato come un pino silvestre e gagliardo come un salice piangente).

L’IMPOSITIVO: “Vieni, vieni, vieniii!” (Ahò, mica c’ho l’orgasmo a riconoscimento vocale!).

L’EDUCATO: “Posso entrare?” (Ma ceertoo, si accomodi pure, signor pirla, mi meraviglio che lei non abbia bussato prima; e faccia attenzione quando entra, ché si scivola).

IL CERAMISTA: “Bambolina, casomai ti fa male, lo tolgo subito” (Guarda che lei è fisiologicamente predisposta a questo, fa male solo se ci sono patologie femminili o ipertrofie maschili, e non mi sembra il tuo caso, anzi).

L’AULICO: “Gioiamia, sto per prenderti” (E’ arrivato Gabriele D’Annunzio, è arrivato…).

IL CARROZZIERE: “Che bel corpicino hai, sembra usato poco” (Ti sbagli, tesò, c’ho il contachilometri taroccato io, non immagini nemmeno quanti polpi ho fritto negli ultimi mesi, e tu sei il più moscio di tutti).

IL POETA PASTORALE: “Oh bianca pecorella” (Questa è inutile spiegarla).

IL POETA APULO: “Piccioncina mia” (In Puglia la fica si dice piccione, non aggiungo altro).

IL NIPOTE DI LEONE DI LERNIA: “Meeeh, lo so che ti piaaasceee quando ti chiamo zoccola!” (Vabbò, sempre meglio di pecorella o piccioncina…)

IL COMPARATIVO: “La mia ex è campionessa regionale di ginnastica artistica” (E io ho il nervo sciatico corto, ‘mbé?).

IL PRAGMATICO: “Non parlarmi durante, sennò mi si ammoscia” (Approccio di rara raffinatezza, per la serie il cazzo non vuole pensieri).

IL CENTRAVANTI: “Ti sfondo” (Seee, ma ‘ndo vai? Col catorcetto che ti ritrovi non arrivi nemmanco a metà strada, sentammè).

IL CENTRAVANTI BARESE: “Mo’ ti apro come una cozza” (La più appassionata dichiarazione d’amore che l’homo barensis possa fare alla sua donna, perché una cozza è per sempre).

IL SINEDDOCHICO: “Ma tu ti dai tutta in amore, proprio tutta?” (Qui il tutto rappresenta la parte, quella non istituzionale, la più impervia, interdetta, vagheggiata dal maschio: ciccio, l’infinitesima possibilità che io ti conceda il tutto, dopo ’sta domanda idiota, te la sei bruciata per sempre).

IL CINESTESICO: “Sei un lecca lecca al mio gusto preferito” (A saperlo, mi cospargevo di topicida prima di venire a letto con te, razza di deficiente).

IL CINGHIALONE: “Grunf grunf grunf” (Si eccitava così, il più pervertito dei miei ex; per fortuna, non mi ha mai chiesto di imitare il verso della femmina del tordo sassello).

IL BASTARDO PENTITO: “Nooo, che cavolo stiamo facendo? Non posso!” (Ti azzecchi come una lampreda, mi metti la lingua in bocca e poi, sul più bello, ti sovviene la crisi di coscienza? Se non volevi ferire quella stracornuta della ragazza tua, dovevi pensarci prima: mo’ tu te la pigli senza fiatare, e se fai cilecca ti sputtano alla grande).

L’INNAMORATO: “Vipera, mi ami?” (Mi è capitato un paio di volte, ricordo solo che avevo in corpo più luppolo che globuli rossi; in entrambi i casi non ho risposto).

da Il morso della vipera (grazie!!!!! :D)

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